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Mi vergogno di essere italiano

Saturday, November 27th, 2021

«Ma io mi vergogno, mi vergogno di essere italiano. E lei, padre, lo dica pure a Mussolini! Io, non come papa, ma come italiano mi vergogno! Il popolo italiano è diventato un branco di pecore stupide. Io parlerò, non avrò paura. Mi preme il Concordato, ma più mi preme la coscienza.»

“La dichiarazione di smentita delle tesi razziali volute dal regime, sviluppata dagli studiosi cattolici e organizzata nel Syllabus antirazzista, datata 13 aprile, venne resa pubblica il 3 maggio, un giorno non scelto a caso da papa Ratti. Era quello infatti il giorno della visita ufficiale di Hitler a Roma, volendo con ciò il papa «opporsi frontalmente a quello che riteneva il cuore stesso della dottrina del nazionalsocialismo». Era questo un chiaro gesto di sfida e disapprovazione, sottolineato anche dal fatto che il Santo Padre decideva quel giorno di trasferirsi a Castel Gandolfo dopo aver disposto la chiusura dei Musei Vaticani, della Basilica di San Pietro, fatto spegnere tutte le luci e proibito al nunzio e ai vescovi di partecipare a qualsiasi cerimonia ufficiale in onore del Führer. Diede poi istruzioni all’Osservatore Romano di non fare alcun accenno all’incontro dei due capi di Stato (come già avvenuto in occasione della visita di Mussolini in Germania nel settembre del 1937); infatti in quei giorni neanche vi appare il nome di Hitler. Già il giorno precedente era apparso, sempre in prima pagina con tanto d’immagine l’annuncio: “Il Santo Padre a Castelgandolfo”. Il Santo Padre ha lasciato Roma sabato 30 aprile alle ore 17 poiché l’aria di Roma gli “faceva male”. Quale “accoglienza”, Pio XI fece invece pubblicare in prima pagina un articolo sulle false dottrine dell’ideologia razzista che presentava appunto il Syllabus antirazzista.

Questa tematica occuperà un posto importante nella riflessione di Pio XI, tanto da giungere a progettare un’enciclica contro il razzismo, la Humani generis unitas, che però non verrà mai pronunciata, a causa della morte del pontefice il giorno prima.
Medico dei servizi sanitari vaticani: Francesco Petacci, padre di Claretta.

Appresa la morte del pontefice, Mussolini commentò: “Finalmente è morto quest’uomo dal collo rigido.”